Un po’ di Francia a Roma

51952261786_9b2c453a62_nNo, non abbiamo fatto una vacanza all-inclusive a Parigi, e neanche un viaggio spirituale a Lourdes.
La Capitale ha più monumenti legati alla Francia, di quanto possiamo immaginare. La storia ha visto più volte Roma avere degli stretti rapporti con i francesi; basti pensare alla Prima Repubblica Romana (1798-1799), parte dell’Impero francese, lo stesso impero che mise fine alla breve ma rivoluzionaria seconda Repubblica Romana, assediando la capitale nel 1849.

Proprio da quell’anno, i rapporti con lo Stato Pontificio si mantennero col tempo, fino all’istituzione del Regno di Italia nel 1861, e dagli accordi successivi che decretarono la ritirata delle truppe d’Oltralpe dallo Stato della Chiesa, terminati nel dicembre del 1866. La caduta di Napoleone III a Sedan e la conseguente, nonché leggendaria Presa di Roma nel 1870, portò la Francia a essere meno influente nel territorio romano.

Il lascito francese è ancora, tuttavia, rilevante. Esempi rampanti sono le tre (delle51833731459_f50986d23f_n cinque) chiese situate nei rioni Campo Marzio e Sant’Eustachio: Santissima Trinità dei Monti, San Luigi dei Francesi e Sant’Ivo dei Bretoni. Della prima, abbiamo poco da dire, se non che domina dall’alto l’adiacente Piazza di Spagna ed è raggiungibile dalla tanto rinomata scalinata omonima. La seconda è principalmente la chiesa nazionale dei francesi a Roma, progettata da Domenico Fontana, e dedicata al re-santo Luigi IX. La terza, ricostruita verso la fine del 19esimo secolo dopo un periodo di abbandono, sorge sopra una vecchia chiesa medievale e veniva considerata come l’edificio di culto dedicato alla popolazione bretone.

8686876702_19a6f06355_nAltro luogo di estremo interesse è Villa Medici. Inizialmente dimora fastosa del cardinale Ferdinando de Medici, poi venduta alla famiglia Lorena, divenne nel 1803, grazie al lavoro del generale Napoleone Bonaparte, la sede dell’Accademia di Francia a Roma. La villa venne poi confiscata da Mussolini nel 1941, dopo che il Prix de Rome (una borsa di studio istituita dallo Stato Francese per gli studenti più meritevoli nel campo artistico) venne sospeso nella prima guerra mondiale; il concorso, tuttavia, venne tenuto prima a Nizza, poi a Fontainebleau.  Con la scomparsa del Prix de Rome, e la successiva apertura al pubblico, Villa Medici acquisì maggiormente prestigio, non solo come monumento di Roma. Ancora oggi, infatti, l’Accademia è un’importantissima istituzione culturale; artisti e ricercatori vengono scelti da una giuria per soggiornare nell’edificio dai 12 ai 18 mesi, in modo da poter mettere in atto progetti e opere che tutelino o arricchiscano il patrimonio artistico della Francia.

L’ambasciata francese è situata nello storico Palazzo Farnese. Progettato da architetti del calibro di Antonio da Sangallo, Michelangelo Buonarroti e Giacomo della Porta l’edificio, un tempo di proprietà dell’omonima famiglia, passò nel Settecento ai Borbone di Napoli. L’ultimo re, Francesco II, concesse nel 1874 una parte allo Stato Francese, per trasferire la propria sede istituzionale. Nel 1911, il palazzo venne acquistato dal governo francese, ma nel 1931 tornò sotto la concessione italiana; successivamente venne riaffittato per 99 anni dalla Francia, attraverso un accordo che prevede, alle stesse condizioni, il trasferimento dell’ambasciata italiana a Parigi nell’Hotel de Boisgelin.

Togliendo i monumenti, Roma possiede anche diversi ristoranti di cucina francese nel centro storico. Da provare la Renardiere in zona Aventino, o le Carré Francais a Via Vittoria Colonna. Tra le pasticcerie, suggeriamo Le Levain in zona Trastevere, o Charlotte Pasticceria nel quartiere Appio Latino.

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Un po’ di Francia a Romaultima modifica: 2023-11-04T13:00:44+01:00da locandaparlamen
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